In
questo post voglio presentarvi un tema molto attuale di cui
sicuramente avrete già sentito parlare: I Disturbi specifici
dell'apprendimento (DSA).
Essi
sono disturbi del neurosviluppo che riguardano le capacità di
lettura, scrittura e calcolo.
Oggi
i DSA rappresentano uno dei problemi più rilevanti con cui si
confrontano bambini e famiglie ma anche altre figure professionali
come: neuropsichiatri, logopedisti, psicologi, insegnanti e altri.
Attualmente
bambini in età scolare con sintomatologie che si avvicinano ai DSA
sono presenti nella maggior parte delle classi primarie e si stima
che vi sia una presenza di tali disturbi del 3-4% della popolazione
scolastica.
Quello
su cui mi voglio soffermare in questo post è il vissuto emotivo di
questi bambini e l'importanza del supporto familiare
I
bambini con DSA presentano spesso problemi emotivi legati alla
rabbia, all'immagine di sé; essi hanno un alto rischio di
depressione. Questa sofferenza psichica si
ripercuote anche sul sistema familiare.
Le
reazioni dei genitori di fronte a questa diagnosi possono essere di
negazione del disturbo e quindi attribuire lo scarso rendimento
scolastico all'impegno non adeguato del figlio.
Oppure
possono rivivere vissuti passati ( visto che i DSA sono ereditari) e
quindi rivivere i propri insuccessi scolastici, scatenando forti
emozioni che potranno interferire con le abilità familiari;
è
importante quindi il coinvolgimento familiare nel percorso di presa
in carico del bambino.
I
bambini con DSA presentano problemi emotivi legati al loro stile
attributivo che tende ad essere“impotente” (“non sono portato a
fare quella cosa e non ci provo neanche)” oppure “pedina”
(stile fatalistico che ritiene che le cose vadano come devono
andare). I bambini con questi stili non traggono beneficio ne dai
successi (attribuiti alla fortuna) ne dagli insuccessi (“non
dipendono da me”).
Entrambi
questi stili hanno come risultato il poco impegno e quindi la
conseguenza sarà l'insuccesso.
Questi
bambini presentano anche bassa autoefficacia (percezione delle
proprie abilità nell'affrontare un compito) che quindi li porterà
ad avere una bassa autostima e di conseguenza problemi nelle
relazioni con i coetanei.
La
famiglia, i servizi e la scuola dovranno lavorare proprio su questi
aspetti per riuscire a prevenire i problemi legati all'autostima.
L'intervento
riabilitativo deve essere condotto precocemente ( dalla scuola
elementare) ed esso prevede un programma mirato che definisce le aree
di intervento, gli obiettivi, i tempi e le modalità di
somministrazione degli interventi, specificando anche gli operatori
coinvolti.
Inoltre,
è importante che essi abbiano a disposizione degli strumenti
compensativi quali audiolibri, libri digitali, strumenti informatici
ecc...che permettono un apprendimento più adeguato alle loro
necessità.
Per
quanto riguarda il lavoro sulle emozioni, esso risulta
necessario in particolare per prevenire eventuali fobie scolari nate
dagli insuccessi scolastici e quindi favorire una visione positiva
della scuola.
Può
essere utile un'impostazione metacognitiva basata sull'idea che gli
studenti debbano riflettere sulle proprie motivazioni e strategie per
poterne trovare una loro.
In
questo percorso svolge un ruolo fondamentale la famiglia.
All'interno
di un contesto bio-psico-sociale, risulta fondamentale il ruolo della
famiglia .
Essa,
svolge un ruolo di supporto all'apprendimento scolastico, in quanto
le aspettative genitoriali guidano la motivazione e quindi
l'apprendimento del bambino..
La
famiglia è uno strumento importante in quanto i genitori sono le
persone più competenti ed informate sul proprio figlio, per questo è
importante un coinvolgimento di questa nel processo diagnostico,
riabilitativo e terapeutico.
Il
lavoro con la famiglia sarà quello di accettazione della diagnosi in
modo da essere un supporto e permettere al bambino l'accettazione e
la consapevolezza per poter trovare dei suoi strumenti che gli
permetteranno di compensare le sue carenze ed evidenziare i suoi
punti di forza.
Di
Silvia Mauro
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